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Eolo
stelle lontane
CHARLEVILLE
In attesa delle recensioni di Eugenia Praloran sul festival francese, abbiamo chiesto a Daniel Gol della giovane compagnia Teatro d 'Istinto di parlarci della loro esperienza francese

L’esperienza del Festival mondiale di Marionette è stato entusiasmante, non solo per la preziosa possibilità di condividere il proprio lavoro con altri artisti e operatori, ma in particolar modo per la quantità e qualità di produzioni proposte, sia nella sezione IN che in quella OFF.
Le compagnie selezionate per rappresentare la Regione Piemonte hanno rappresentato i lavori al Forum, sempre pieno di pubblico eterogeneo, tra operatori, artisti e famiglie con bambini. In pochi giorni si sono succedute la conferenza stampa, le interviste a 'Radio Festival' (nata appositamente per questa iniziativa) e le restituzioni positive sul quotidiano 'l’Ardennais'. Lo staff del Forum e il team della Regione Piemonte presenti al Festival ci hanno sicuramente facilitato il lavoro; personalmente, abbiamo avvertito un clima sereno e collaborativo. Ma la parte più emozionante del festival è stata la possibilità di fruire, in pochi giorni, di numerosissimi lavori di alta qualità, spaziando dalle figure popolari tradizionali, alle contaminazioni nord-europee tra figura e danza contemporanea, passando attraverso geniali sperimentazioni del teatro d’oggetti.
Ricordiamo con entusiasmo la compagnia belga 'Gare Centrale', nel suo viaggio surreale attraverso le varie tappe della vita di coppia, dalla notte di nozze all’esplosiva fine del rapporto. Il tutto , raccontato a tavolino con piccoli oggetti e poco testo, in un susseguirsi di quadri pungenti e visivamente impeccabili. Sorprendenti le coreane di ULGUL GWA ULGUL, che su un tavolo ricoperto di sabbia e alcune figure esilaranti , hanno divertito e incantato il pubblico. Capacità espressive elevatissime, che ricordavano i cartoni animati nipponici; un’ora e mezza in lingua coreana, senza sottotitoli. Tuttavia, grande apprezzamento per la modalità narrativa leggera, le soluzioni sceniche semplici, gustose e coerenti.
Dall’oriente abbiamo anche potuto apprezzare lo storico e unico spettacolo di marionette tradizionali thailandesi: il Joe Luis Theatre rappresenta ogni giorni, a Bangkok, la leggenda di Ganesh. Qui a Charleville abbiamo potuto ammirare le danze, le armoniche manipolazioni (tre persone per marionetta) delle decoratissime ed eleganti figure orientali. Incantevole per progettazione degli elementi scenici e per cura di suoni e luci, il lavoro dei francesi 'Entrouvert', che con 'Traversèes' ci hanno condotti in un viaggio delicato: una figura femminile viaggia verso la propria (o altrui?) vecchiaia, ricordando, immaginando, attraversando porte girevoli, effimere, intengibili . La stessa compagnia sarà in Italia a Novembre, in occasione del Festival 'Segni d’Infanzia' di Mantova, con un lavoro rivolto ai giovani. Da non perdere.
A proposito di Mantova, città gemellata con Charleville, numerosi bambini hanno assistito alle poesie di colore di Dario Moretti, presente al festival con 'Bonheur d’une ètoile'. Interessante ma meno caldo il lavoro del danzatore francese Hervè Diasnas; in un percorso di evoluzione corporea, l’uomo incontra una marionetta manipolata a vista, la quale prende il sopravvento su di lui, sfidandolo e invertendo i ruoli 'manipolatore- marionetta'. Il tutto, tecnicamente forte e stringato, ci è risultato però troppo mentale e freddo.
Tutt’altro che freddo invece, il lavoro poetico , essenziale e pulito dei francesi Jardins Insolites: una signora in scena con tre valigie grigie, vestita di grigio. In trenta minuti di spettacolo si rivolge a piccoli spettatori a partire da 1 anno di vita: la scena si colora di pezzi di cielo, di prato; arriva una piuma gialla, qualcosa nascerà ancora. 1…2…3…couleurs! I piccolissimi ospiti sono incantati dinnanzi al minimalismo efficace.
Il Festival di Charlevile è molto altro ancora. Eventi per le strade, a tutte le ore, piccole sperimentazioni soprendenti presso lo spazio alternativo 'Annexe', mostre, dibattiti, installazioni all’interno della cattedrale.
La marionetta a Charleville è enorme, è capace di accogliere e contenere in sé l’oggetto, la danza, il teatro di colori e ombre, senza mai perdere di vista il valore della tradizione e della necessità di comunicare a tutta la comunità: la città è completamente coinvolta nell’evento. Quattrocento famiglie ospitano gratuitamente, nelle loro case, artisti provenienti da fuori. Le strade sono affollate e nei teatri ci sono molti abitanti locali, che rispondono con curiosità e interesse anche alle proposte più sperimentali.
La magia si conclude con il nuovo spettacolo del catalano Joan Baixas, che accompagnato da Marta Cuscunà (italiana, vincitrice di Premio Scenario per Ustica 2009) narra la commovente storia di Zoe: pittura, danza, burattini. Infine la giovane Zoe conclude: ' ho visto l’artista mettere il diavolo nel sacco. Ora sono felice, ho deciso di girare per il mondo insieme a lui'.
Si chiude il Festival, portiamo a casa un ricco bagaglio di stimoli, e attendiamo il prossimo 'Charleville'
Daniel Gol- TEATRO d’ISTINTO




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